venerdì 6 maggio 2011

The Big Apple negli occhi di un 18enne.

Destinazione New York:"The Big Apple".

Perchè la chiamano così? Lo capisci da solo al primo passo su uno dei suoi marciapiedi.
L' impatto è di quelli devastanti:
Insegne luminose immense, strani odori di cui non riesci a capire la provenienaza, tanto rumore, clacson, martelli pneumatici, sirene... Traffico convulso, pedoni sempre di corsa, venditori di hotdog agli angoli delle strade e mendicanti. Ti manca il cielo, sei piccolo, sovrastato da giganti di cemento e vetri a specchio.
Poi inizi a mettere a fuoco, ti rendi conto che tutte le persone che ti stanno sbattendo addoso con i loro "Sorry", "Excuse me", "Ops...", hanno volti assolutamente promiscui e soprattutto che hanno la cattiva abitudine di leggere il giornale mentre camminano.
Messicani? Japponesi? Africani? Inutilmente provi a fare distinzioni.
Tra qualche giorno capirai che si tratta di Newyorkesi.

i "canyon di grattacieli"
Un paio di giorni e qualche metropolitana dopo l'immagine è più nitida.
New york non è poi confusionaria come avevi pensato.
Certo, i taxi potrebbero andare leggermente più piano invece di lanciarsi come pazzi lungo i canyon di grattacieli, neanche gli avessi detto "Insegua quell'auto!".
Osservando i loro strani modi di fare realizzi che The Big Apple è semplicemente il frutto di più culture messe a confronto, capaci di convivere pacificamente, tutte nello stesso contenitore (ti sembra poco?).

un balcone a 400 metri d'altezza
Ho avuto la fortuna di condividere l'esperienza newyorkese con quello che si può definire il classico "Amico Vero" (hai presente quello che chiami solo quando hai bisogno di aiuto e incredibilmente è disposto a dartelo?). Ecco, l'amico vero è anche quello che, per girare più velocemente l'immensa città, concorda con te che è meglio acquistare un monopattino al negozio di giocattoli...
Così ti ritrovi all'ottantaseiesimo piano dell'empire state building a girare in tondo, con il tuo fido monopattino, su un balcone a 400 metri d'altezza (beata gioventù). Per quanto discutibile, "in-coscienza" sai di aver fatto un buon acquisto, dieci giorni per scoprire la città potrebbero non bastarti e uno strumento per rendere gli spostamenti più rapidi (taxi a parte) può tornarti utile.

The Big Apple può essere tranquillamente girata tutta in metropolitana a patto di muoversi anche a piedi tra la fermata e il punto d'interesse. Camminare per un paio d'isolati, da quelle parti, non è solo "una passeggiata".

Al quarto giorno sei ormai padrone della città.
Hai imparato a stare a destra sulle scale mobili, a mangiare pizza "ananas e mortadella" per sopravvivere, conosci a memoria le principali linee metropolitane e hai già passato un pomeriggio a rincoglionirti tra i negozi della Fifth avenue. Il torcicollo dei primi giorni è passato, non cammini più guardando in alto per vedere dove finiscono i grattacieli, ora sei attratto dai dettagli.
Tombini fumanti, i semafori pedonali "dont'walk", il disgustoso caffè americano nelle mani dei passanti, il camion dei pompieri come quello dei film, e poi ancora luci, insegne, pubblicità ovunque.
Hai già visto l'Empire State Building, la Grand Central Station, il Rockfeller Center, la biblioteca pubblica e la Fift avenue. Sai che c'è ancora molto da vedere, così, prima che faccia buio, prendi la metro per Brooklyn...

Parte 2 qui.

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